Montepulciano: il territorio

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Montepulciano è oggi un comune di circa 14.500 abitanti in provincia di Siena, con un territorio di 165.58 Kmq. Una dimensione notevole che trae origine dall’importanza che raggiunse il Comune in periodo medioevale e rinascimentale. La Città è posta a 605 metri sul livello del mare, in una elevata collina a cavallo della dorsale che divide la Valdichiana dalla Valdorcia e, nei secoli, ha avuto un ruolo importante nelle vicende storiche di questa parte d’Italia.

I molti ritrovamenti archeologici del territorio, in parte custoditi anche nel Museo Civico, ci dicono che le sue prime vicende storiche sono attestate ben prima dell’epoca etrusca, anche se è da riferire ai secoli che vanno dall’VIII a.C. l’insediamento organizzato della popolazione, che si concentrò principalmente nella fascia meno elevata verso la Valdichiana in abitati che si svilupparono nella direttrice degli attuali Poggio alla Sala, Acquaviva, Abbadia di Montepulciano. Nei secoli successivi, ancor prima dell’invasione romana, si ha traccia di presenza umana strutturata in fattorie talvolta fortificate, anche in ambiti collinari più elevati.

Ha origine in quest’epoca anche l’abitato della Montepulciano storica, ed allo stesso periodo si riferiscono i ritrovamenti archeologici che testimoniano la coltivazione della vite, la produzione ed il consumo di vino. Ed è a quest’epoca mitica che, già prima del Rinascimento, gli abitanti si riferivano, convinti che il fondatore di Montepulciano fosse stato il lucumone Porsenna.

I primi dati documentari in cui si cita il toponimo “politiano” sono invece dell’epoca longobarda (714 d.C.), e rendono conto dell’esistenza di un abitato sorto in adiacenza ad un castro di epoca tardo romana, quasi certamente posto a difesa della viabilità di confine dei possedimenti bizantini, e di cui si tramanda l’evangelizzazione da parte di San Donato, vescovo di Arezzo, nel IV secolo.

Lo sviluppo del libero comune si può datare a cavallo tra l’XI ed il XII secolo, e trovò inizialmente terreno fertile grazie alla posizione geografica relativamente lontana dai centri maggiori della prima epoca medioevale: Orvieto, Siena, Perugia e Arezzo.

La situazione iniziò però a cambiare nella seconda metà del XII secolo, quando la vocazione all’indipendenza di Montepulciano, si scontrò con l’espansionismo dei comuni più grandi, che nel frattempo avevano raggiunto una rilevante potenza economica e militare. La pressione da parte di soggetti più forti, e soprattutto di Siena, fu, da quell’epoca, il limite con cui Montepulciano dové fare i conti. Per questo motivo la ricerca di alleanze si rivolse più verso i centri lontani, come Firenze e Perugia, che garantivano maggiore autonomia, che non verso Siena, troppo vicina ed interessata alla mera conquista del luogo.

La Repubblica di Siena, nell’intento di sottomettere Montepulciano, diede allora inizio ad una serie di guerre, che i poliziani dell’epoca affrontarono proprio con l’aiuto di Firenze, Perugia e Orvieto.

Il Duecento fu quindi un secolo di conflitti e, al tempo stesso, di grandi trasformazioni. Montepulciano entrò nel gioco tra Guelfi e Ghibellini, fu prima scomunicata, poi conquistata dai senesi nel 1232 – sarà l’unica capitolazione della sua storia – ed infine sottomessa suo malgrado all’odiata Repubblica, dopo la battaglia di Montaperti nel 1260. Alla fine del secolo va segnalata la presenza della Santa poliziana S. Agnese Segni, figura di religiosa e donna energica e così popolare da essere venerata fin dalla sua morte avvenuta nel 1317.

Anche il secolo successivo fu segnato da forti contese, stavolta più all’interno che all’esterno della Città, per il potere tra le famiglie maggiori. Una relativa stabilità si ebbe sotto la famiglia Del Pecora che, divisa al suo interno nell’appoggiare Firenze, Siena o Perugia, divenne Signora di Montepulciano nei decenni a cavallo della metà del secolo, dopo aver ottenuto da Perugia anche il feudo di Valiano, oggi frazione del Comune poliziano.

Il Trecento fu anche il secolo della ripresa economica di Montepulciano, almeno fino all’arrivo della peste nera e delle Compagnie di Ventura. La relativa stabilità politica influenzò favorevolmente l’economia, specie quella agricola, ma anche lo scambio delle merci e la manifattura. Si consolidò infatti a Montepulciano in quegli anni una oligarchia di famiglie dedite alla mercatura ed alla produzione specializzata di vino, in particolare, ma anche di zafferano, ed altre colture. Ma le cose erano ancora in evoluzione. Stanchi delle tirannie di alcuni esponenti dei Del Pecora, i poliziani si ribellarono definitivamente alla loro Signoria nel 1369, quando le fonti tramandano di una vera e propria insurrezione che sfociò in un incivile linciaggio del tiranno, Iacopo Del Pecora.

Montepulciano, riconquistata la libertà, scelse allora di rivolgersi in maniera definitiva a Firenze e, intorno al 1390, si alleò stabilmente con quella Repubblica, cui premeva disporre di un caposaldo strategico a sud di Siena. La scelta fu vincente. Durante il secolo successivo, il Quattrocento, Montepulciano ebbe uno sviluppo architettonico di grande rilievo, che si concretizzò poi ancor di più nel Cinquecento, trasformando la Città in una vera e propria perla del Rinascimento e dandogli l’aspetto che ancor oggi la caratterizza.

Molti dei personaggi più importanti della Città vissero in quell’epoca: l’umanista Bartolomeo Aragazzi, segretario apostolico di papa Martino V; il sommo poeta Angelo Poliziano; numerosi cardinali e prelati nella corte pontificia; un Papa del luogo, Marcello II Cervini, ed uno acquisito, Giulio III Del Monte, che costruirono splendidi palazzi. Un eccezionale fervore edificatorio contrassegnò in particolare il XVI secolo: architetti quali Antonio da Sangallo il Vecchio – che ideò, tra gli altri edifici, anche il Tempio di San Biagio, vero e proprio capolavoro del Rinascimento maturo a partire dal 1518 – Jacopo Barozzi detto il Vignola e Baldassarre Peruzzi – che realizzarono alcuni interventi civili rilevanti – ed Ippolito Scalza – progettista del nuovo Duomo alla fine del Cinquecento – eressero stupendi monumenti in travertino, che abbellirono il centro urbano e le immediate adiacenze.

Politicamente ci fu una coda di sudditanza senese a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, in concomitanza con la cacciata dei Medici da Firenze. Nel 1511, comunque, i poliziani tornarono sotto l’ala protettrice dei fiorentini, e a futura memoria incisero sulla porta e sull’architrave della sala del consiglio, Recuperatio Libertatis A.D. 1511. Montepulciano partecipò attivamente alla Guerra di Siena a fianco di Firenze e la sua fedeltà ed importanza militare furono decisive nella sconfitta di quella Repubblica. Con la definitiva capitolazione del 1559 e la sottomissione di Siena al principato mediceo, Montepulciano visse alcuni decenni di grande prosperità, ottenendo anche l’erezione a Diocesi nel 1561. Si consolidò il potere ed il prestigio delle antiche famiglie aristocratiche che, di fatto, detennero il potere oligarchico della Città dal XVI al XVIII secolo, fino a giungere all’Unità d’Italia.

Oltre alla politica, i nobili si impegnarono, come detto, in grandi opere edilizie costruendo o ristrutturando le loro proprietà medioevali. I Nobili, i Tarugi, i Contucci, i Ricci, i Pucci, i Benci, i Cocconi, gli Avignonesi, i Mancini e numerosi altri, oltre ai già citati Aragazzi, Cini, Cervini e Del Monte, ci hanno lasciato un eccezionale patrimonio edilizio storico ma anche una eredità diversa.

Infatti, soprattutto nel secolo XVII, concluso il periodo delle guerre, si ebbe un lungo periodo di pace e prosperità che consentì di riversare risorse e tempo alle tenute di proprietà familiare, nelle quali si sviluppò, intensa e tecnologicamente avanzata per l’epoca, la coltivazione di viti e la produzione di un vino che fu ritenuto dai contemporanei eccezionale: il Montepulciano d’ogni vino è il Re cantato dal Redi. A sostenere la filiera produttiva vinicola furono anche le numerose famiglie religiose presenti a Montepulciano ed in particolar modo i Gesuiti che avevano in Città un importante Collegio, che ebbe una funzione determinante nella formazione della classe dirigente poliziana dell’epoca.

Vanno ricordati in quest’epoca grandi personaggi di profonda fede religiosa che arricchirono la Città: numerosi Cardinali, come Giovanni Ricci e il famoso San Roberto Bellarmino, decine di Vescovi, Prelati, insigni uomini che furono eccellenti in molti ambiti: militari, artisti, scienziati.

Altro evento storico cruciale per Montepulciano fu quello legato all’eredità del Granduca Ferdinando I, che alla sua morte lasciò i Capitanati di Montepulciano e Pietrasanta al libero governo della vedova, Granduchessa Cristina di Lorena, fino alla sua morte di lei, avvenuta nel 1636. Oltre alla relativa indipendenza così ottenuta, la città poté contare sulla generosità della Granduchessa, che diede impulso soprattutto alla costruzione della nuova Cattedrale, dove il Vescovo Antonio Cervini nel 1680 celebrò il primo il Pontificale. La grande chiesa fu poi definitivamente consacrata nel 1712 dal Vescovo Francesco Maria Arrighi.

Nel Settecento, subentrati i Lorena ai Medici, la Toscana visse un’epoca di modernizzazione e di sviluppo. Montepulciano fu direttamente interessata da uno degli interventi di maggiore impegno dei nuovi Granduchi, quello della bonifica della Val di Chiana, opera ingegneristica epocale che favorì la colonizzazione agricola del fertile fondovalle. A seguito del recupero dei vasti territori della vallata fu realizzata anche la riorganizzazione del sistema viario che facilitò i contatti commerciali, rendendo Montepulciano, centro più importante del nuovo distretto produttivo, meglio collegato alle grandi direttrici nord-sud della penisola.

Nella breve parentesi napoleonica dei primi decenni dell’Ottocento, Montepulciano consolidò il suo ruolo di capoluogo della zona, con l’istituzione della Sottoprefettura, l’apertura di numerosi uffici pubblici, molti dei quali, se pur con nomi e compiti diversi sono attivi ancor oggi, ma anche con il potenziamento delle Istituzioni scolastiche, primo tra tutti il Liceo cittadino, e raggiunse forse l’apice della sua importanza amministrativa.

Fu però con l’Unità d’Italia che Montepulciano, già principale mercato agricolo dell’area, subì una prima perdita di importanza in quanto le attività imprenditoriali, principalmente legate alle produzioni intensive agricole, si insediarono nel fondovalle, attratte dalla ferrovia, presente già dalla metà dell’Ottocento.

E’ poi durante i decenni successivi alla prima guerra mondiale, con la perdita della Sottoprefettura nel 1927, e, soprattutto nel secondo dopoguerra, che la Città conclude la sua parabola verso una marginalizzazione, che la relegherà ad un ruolo surrettizio e scarsamente produttivo, elementi negativi che però hanno avuto almeno il merito di conservare la Montepulciano storica nella maniera in cui possiamo vederla oggi.

La Montepulciano odierna, con le sue bellezze rinascimentali ed il territorio che la circonda, spesso incorrotto e che richiama una immagine paesaggistica storicizzata e suggestiva, ha trovato così un diverso sviluppo, che è da una parte di tipo turistico-culturale nell’ambito del più generale interesse per le città storiche medie e piccole di questa parte d’Italia, e dall’altra eno-gastronomico, con il progressivo recupero della storica eccezionale qualità dei suoi vini, sviluppando anche una offerta ricettiva e culinaria d’eccellenza impensabile solo fino a pochi decenni fa.