San Bernardo

L’attuale Chiesa di San Bernardo, una piccola chiesa barocca un tempo oratorio delle suore domenicane di clausura del Monastero, fa parte del complesso architettonico del Conservatorio di San Girolamo.

La Chiesa fu interamente riprogettata nei primi anni del 1700, quasi certamente su disegno dell’architetto trentino Andrea Pozzo che ha lavorato anche nella Chiesa del Gesù, sempre a Montepulciano, tra il 1702 e il 1703 e in quella omonima romana. Gli stucchi che rivestono i vari elementi e l’architettura complessiva dell’oratorio, vero trionfo della linea curva “sapientemente animata dal gioco di luci ed ombre”, ne confermerebbero l’attribuzione all’architetto gesuita trentino.

L’architettura

Dell’edificio originario, non possediamo fonti documentarie, tranne un’antica planimetria cinquecentesca del Monastero, che evidenzia come la Chiesa in origine avesse una pianta rettangolare in netta contrapposizione a quella ellissoidale, poi assunta nel Settecento. L’esiguità dello spazio sacro non ha impedito agli artisti dell’epoca di progettare e decorare l’ambiente con grande raffinatezza e ricchezza di particolari, dando risalto alle sculture e agli ornamenti, attraverso il sottile gioco di equilibri enfatizzati da fasci di luce che muovono lo spazio interno seguendo il ritmo delle ore.

La struttura della Chiesa di San Bernardo è ad aula unica. Una serie di colonne addossate a pilastri con capitelli in stile composito ne scandiscono il perimetro. Sulle colonne poggia un cornicione corinzio dal quale si eleva l’elegante volta della Chiesa. La cupola è suddivisa in otto vele. Al centro di essa si trova la piccola lanterna in laterizio la cui forma ellissoidale suggerisce la verticalità dell’edificio.

Le opere 

Le opere scultoree sono collocate in tre diversi punti: in corrispondenza dell’Altare Maggiore e dei due altari laterali. Esse provengono dalla bottega dei Mazzuoli, una delle famiglie senesi artisticamente tra le più produttive nel periodo tra il 1600 e il 1700. 

Di fronte all’entrata si trova l’Altare Maggiore. Esso è “alleggerito” da una fila di colonne e paraste lungo il perimetro absidale che creano una completa armonia tra architettura e scultura. Di questa armonia sono chiaro esempio il baldacchino posto in cima, con due putti che ne aprono il tendaggio e anche il catino dell’abside in cui è scolpito Dio Padre benedicente, attorniato da putti e cherubini. Due angeli poggiano ai lati del cornicione. Alla base dell’Altare e alla sommità delle colonne laterali troviamo lo stemma di famiglia del committente, il Conte Marcello Cervini. Volgendo lo sguardo verso i due altari laterali, si può notare come le figure risultino stilisticamente più mature. Esse dovrebbero essere state realizzate in epoca più tarda, tra il 1715 ed il 1723, da Bartolomeo Mazzuoli.

Alla destra dell’entrata della chiesa, l’Altare della Vergine accoglie le statue di Sant’Agnese e di Santa Caterina da Siena. Esse sono raffigurate secondo l’iconografia tradizionale: così leggere nelle loro vesti fluttuanti quasi fossero mosse dal vento. Le due Sante fanno da cornice ad una tela ad olio raffigurante la Madonna che dal cielo pone un anello al dito di un san Domenico genuflesso. Il dipinto è stato attribuito ad Annibale Mazzuoli, unico pittore della bottega.

A sinistra dell’entrata si trova l’Altare del Crocifisso. Alle sue estremità due statue: Santa Rosa da Lima e Maria Maddalena. Queste sculture sono state attribuite sempre alla mano di Bartolomeo Mazzuoli, per la loro ricercatezza anatomica, la naturalezza dei volti, la grazia del movimento e per il minuzioso lavoro d’intaglio delle vesti e della capigliatura della Maddalena. Gli stemmi delle due famiglie poliziane committenti sono posti ai lati dei due altari: lo stemma Contucci nell’Altare della Vergine e lo stemma Sisti nell’Altare del Crocifisso.

Al di sopra della porta d’ingresso della chiesa si apre il Coro Maggiore, dotato di una balaustra in legno finemente cesellata. Tutto intorno al perimetro della chiesa, all’altezza dei capitelli, si possono ammirare i finti balconi in stucco con grate lignee intagliate, dalle quali le monache di clausura potevano assistere alla liturgia, unico momento di contatto per loro con il mondo esterno.

La robbiana 

Sopra l’Altare Maggiore della Chiesa di San Bernardo si trova una terracotta policroma invetriata: è l’Adorazione del Bambino, attribuita alla bottega di Andrea della Robbia e databile verso il 1480-1490. Fu, probabilmente, l’Ordine mendicante delle suore Clarisse a commissionarla per stimolare la fede delle proprie monache e dei parrocchiani. La resa illusionistica e naturalistica di tali opere dovuta all’uso del colore, stimolava in modo diretto la devozione attraverso una più sentita partecipazione emotiva.

E’ questo uno dei motivi che originò all’epoca un’intensa attività artistica per la celebre bottega di scultori. Il bassorilievo si staglia su un fondo blu ricamato di stelle dorate. Le vesti della Madonna sono bianche e decorate con motivi floreali in oro. Il Bambino Gesù presenta un’aureola di colore rosso e oro, come rossi sono il bracciale e la collana. La Madonna è genuflessa nell’atto di adorare il piccolo Gesù. Al di sopra della testa della Vergine sei cherubini disposti a raggiera contornano il Dio Padre che, con le mani alzate, invia la colomba dello Spirito Santo.

La terracotta fu trasferita a San Bernardo a seguito della trasformazione barocca della chiesa (fonte: Inventario del 1897 del Brogi). Grazie all’accurato restauro commissionato dalla Fondazione (con la partecipazione dell’associazione Amici del Museo di Montepulciano), l’opera, in tutta la sua grazia, è ora disponibile allo sguardo attento degli appassionati d’arte.